In un contesto di penuria di Cannabis sempre più evidente in Europa, un carico di 44 tonnellate di Hashish destinate in Spagna è stato fermato sulle spiagge del Marocco. Un tipo di notizia che si sente troppo spesso negli ultimi mesi. Siete su Le Cannabiste e fin qui tutto bene.
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#Kif
Gli storici concordano sull’esistenza di colture di Kif nella regione di Ketama, nel Rif centrale, dal XVI secolo. ( Kif significa sia l’intera pianta di Cannabis, sia il prodotto).
Intorno al 1890, il Sultano Hassan I (1873-1894) conferma l’autorizzazione di coltivare il Kif in cinque frazioni delle tribù di Ketama e di Beni Khaled. Nel 1912, il regno è diviso in due zone, una sotto l’amministrazione francese, l’altra sotto la supervisione spagnola.
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Il 12 novembre 1932 si proclama un dahir (legge per decreto reale) che proibisce la coltivazione della Cannabis nell’area sotto il protettorato francese. A differenza della Spagna, la Francia ha effettivamente firmato l’accordo internazionale sulla droga.
Un nuovo dahir del re Mohammed V in 1954 è supposto applicare il divieto del 1932 alle due aree del regno. Tuttavia, permane la tolleranza per i cinque villaggi delle tribù Ketama e Beni Khaled, che erano sotto il protettorato spagnolo, il che darà alla regione il soprannome “Cinco”.
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Il Marocco ha visto la coltivazione di Cannabis e la produzione di Hashish svilupparsi negli ultimi decenni, nonostante la loro illegalità e il fatto che il paese sia un firmatario delle varie convenzioni delle Nazioni Unite sulle sostanze psicotrope (1961, 1971, 1988 ) e la Convenzione delle Nazioni Unite contro il crimine organizzato transnazionale (2000 ).
Nel 2002 si stima che 2.5% della popolazione Marocchina partecipa alla coltivazione di Maria che si estende su 134.000 ettari. Oggi il paese è tuttora considerato il primo produttore di Cannabis al mondo, con ben 36.000 tonnellate di Hashish che hanno raggiunto l’Europa in 2017 secondo le cifre ufficiali del UNDOC.
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#Rif
Secondo New Frontier Data, oggi oltre il 60% di tutto l’Hashish sequestrato in Europa proviene dal Marocco, questa tendenza è in costante aumento dal 2013. Per mettere le cose in prospettiva, l’intero Messico produce solo 5.000 tonnellate d’erba all’anno. In Marocco sono 35 milioni di abitanti, in Messico 130 milioni …
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Perciò il fatto inquietante negli ultimi mesi è l aumento dei sequestri direttamente sul territorio Marocchino. In effetti nell’anno 2019 sono state 179 le tonnellate sequestrate in Marocco, con un aumento di 127 tonnellate in più rispetto al 2018.
Con il sequestro di 44 mila chili avvenuto domenica 19 Aprile tra le spiagge di Chlihate e Moulay Bousselham, sono già quasi 70 tonnellate di Hashish portate via al mercato europeo dall’inizio dell’anno 2020. Un altra disgrazia per l’Europa in mancanza di Cannabis, che avviene direttamente sul suolo del paese produttore.
Una cronaca che ricorda l’evento triste di settimana scorsa in Libano.
Ne parliamo su Le Cannabiste
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Si continua a fare la guerra ad una pianta e i suoi derivati che non hanno mai ucciso nessuno dal 3.000 avanti Cristo. Anzi oggi viene utilizzata sempre di più come un ottima medicina per trattare malattie con pesanti sintomi.
Queste patologie richiedono spesso trattamenti altrettanto pesanti con degli effetti indesiderati che vengono colpire la qualità della vita negativamente.
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Pensiamo particolarmente agli benzodiazepine e agli oppiacei. Quest’ultimi, utilizzati a grande scala per trattare i dolori, sono in passo oggi di diventare la prima causa di morte negli USA e in Canada.
Creando dipendenze fisiche, queste sostanze portano spesso un semplice malato allo stato di tossico e questo in tutta legalità.
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Nella Francia vicina le medicine oppiacei creano cinque volte più overdose che l’eroina stessa e l’Italia segue lo stesso passo. Il bel paese, già noto coltivatore di Canapa nel passato, potrebbe invece tornare a produrre un Cannabis d’eccellenza per sostituire trattamenti killer.
Si potrebbe immaginare l’appenino coperto dal nord al sud di magnifiche piante al potere ancora oggi sottostimato. Potrebbe essere il nostro Rif. La lotta continua.
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Fonti : Le Cannabiste /// Bladi.net/ /// Cairn.info
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– François Xavier Mombelli per The Blinc Group NYC–
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